“Trema la terra”, antologia di racconti sismici
Il terremoto prima di tutto come tremore intimo e squilibrante. Uno sconquassamento di animo, poi moto di suolo. Un chiasso doloroso, amaro e a volte speranzoso intorno a ferite italiane. Diciotto autori firmano i racconti di “Trema la terra”, uscita lo scorso novembre per gli abruzzesi di Neo editore (264 pagine, 15 euro). Cura l’antologia Isabella Tramontano che ha conosciuto il terremoto e ha deciso di farlo narrare secondo un vissuto reale o immaginario. Lungo il narrato di crolli e sensazioni, chiodi che escono dai muri e crepe, nevrosi e messaggi d’amore al telefonino, emergono i vari sismi tra cui quelli del 2009 all’Aquila, degli anni Ottanta in Irpinia e il precedente del Friuli.
I lavori mostrano una convivenza dei singoli con i resti delle fratture di casa loro e dell’antecedente vissuto. Un racimolare di gesti caldi per un’uscita di scena dolce e amara, di ore giuste ed errate, nelle pagine di Ade Zeno. In “Le ore sbagliate” posa una penna delicata su una coppia di anziani. Non è feroce, ma comunque non passa inosservata, la satira politica del racconto successivo, “La donna in nero” di Anna Giuba. Coscienza del dramma e assenza delle istituzioni mutata in normalità per Marco Mazzucchelli in “Con le migliori intenzioni”. La condizione di profughi, di gelo penetrato nei container e coperte pesanti che non scaldano, viene resa con semplicità da Gianni Solla nel suo “Cherosene”. Ovo, pseudonimo palindromo di un autore che a volte vuole celarsi, in “Senza più regola” afferra invece una nuova estraneità degli aquilani per la città. Atipica la storia di Marco Marsullo, “My name is Borussia”: un avvocato di successo alle prese con un terremoto di testa e la vita di strada. Vincono e avvincono i dialoghi del curioso “Lo sciacallo marsicano” di Srecko Jurišic. Una vita rinnovatamente precaria si infiltra come odore comune a tutta l’antologia. (m. v.)