GRAND TOUR (SU DUE RUOTE). Sull’Appennino corre un’idea di Italia nuova – di Lara Crinò
Non una guida turistica ma un diario di viaggio, come si usava un tempo, mescolando storia e presente, notazioni geografiche e antropologiche, ricordi familiari. Riccardo Finelli, modenese, giornalista/scrittore, ha realizzato con Appenninio (Neo Edizioni, pp. 304, euro 15) un omaggio a quello che lui chiama, con affetto e senso di appartenenza, il «midollo» del Paese, l’ «orlo spiegazzato che cuce in due lo Stivale», il teatro di «resistenze» e di battaglie lungo tutto il corso della nostra storia, dai «romani ai saraceni, ai piemontesi, ai nazi-fascisti».
Finelli l’ha percorso su una vespa per 2.300 km di crinale appenninico, da Passo Giovi (Uguria)a Melito di Porto Salvo (la punta della calabria), raccontando la sua esperienza in un blog (www.oppenninio.net) e poi in questo libro. Che è un manuale per il viaggiatore che voglia ripercorrere l’impresa, ma anche una miniera di suggerimenti per chi desideri seguirne le tracce solo in qualche punto. Scoprendo che l’Appenino non è soltanto la nostra culla, selvatica e profumata di boschi, ma anche il possibile laboratorio di un altro presente, di un’altra idea di Sviluppo.
Così Appenninia è fatta di luoghi, certo, e di posti da scoprire. Ma è fatto soprattutto di persone. Che hanno scelto di vivere lontano dalle città, nella poesia non maestosa ma quotidiana dei monti.