“Dio se la caverà” recensito su Il Mucchio Selvaggio.

Letteratura scoppiettante quella di Alan Poloni – di Liborio Conca

Letteratura scoppiettante quella di Alan Poloni in Dio se la caverà, un libro che promette molto sin dalla copertina – Elvis che batte sulla macchina per scrivere – e che è destinato a non deludere le aspettative. In un intreccio di storie che si succedono come singoli di un vorticante best of, canzoni dal riff che morde e ipnotizza, Poloni mette insieme trame diverse e le mantiene sempre sulla giusta tensione emotiva/narrativa.

Conosciamo dunque Nic e Dave, li incontriamo quando son ragazzini e poi non li perdiamo di vista: il primo, dislessico, alle prese con docenti più o meno capaci, legge i Promessi Sposi del Manzoni in un modo tutto suo, e non è detto che non sia migliore dell’originale … Dave, invece, trasparente omaggio al David Foster Wallace de La scopa del sistema, è tiranneggiato da sua madre e in subordine – sempre per via materna – da un vecchio compagno di scuola di Adolf Hitler, il filosofo Ludwig Wittengstein. Fanno la loro comparsa quindi lo Zio e Klaus, due personaggi altrettanto strampalati che sembrano usciti da un romanzo di Charles Bukowski ma con i tempi comici dell’Osvaldo Soriano di Triste, solitario y final. Altrettanto fuso – ma se ci guardiamo bene intorno, di gente fuori di testa in questo pazzo mondo ne troviamo più di quanto non si possa pensare di primo acchito – ecco Antonio Timpano, che pensa bene di simulare il suo suicidio per poi stare a vedere che succede su Google e Wikipedia, una roba che di sicuro hanno immaginato di fare in molti e che Timpano impersona con divertente realismo.

Insomma: gira bene Dio se la caverà; girano le storie, gira il lavoro sulla lingua, i dialoghi sono frizzanti e ben orchestrati e il ritmo è sempre sostenuto; a volte il motore va fuori per sovraccarico, ma Poloni è sempre bravo a ripartire … e considerando che questo è il suo romanzo d’esordio, è il caso di buttare lì una di quelle frasi del genere: “di questo scrittore ne sentiremo ancora parlare”.

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